Scenografie, Allestimenti e Design > Scenografie
Sylvatica
2003 - 2004
Allestimento scenografico per lo spettacolo SYLVATICA
presso il Teatro Vascello in Roma
PROGETTO REALIZZATO
committenza:
Compagnia ALTROEQUIPE
Lucia Latour [coreografie]
Orazio Carpenzano [architetture]
David Barittoni [musiche]
Marco Donati [motion capture]
Mounir Zok [motion capture]
Flaviano Pizzardi [motion graphics]
Andrea Carfagna [regia video]
progetto:
Orazio Carpenzano
[LINK] http://altroequipe.org/
Quattrocento metri lineari di materia trasluclda intersecano il vuoto della scena. Questo materiale architettonico viene continuamente ritessuto dagli attori che determinano la sua apparizione e la sua scomparsa.
SYLVATICA si conforma come un organismo stratificato che può essere abitato e a sua volta abitare, nei differenti profili topologici che vivono anche nella danza. In genere nella stratificazione i corpi presentano una maggiore estensione sul piano orizzontale, e dallo strato emergente fino al suolo (che tollera anche il disordine organico come fonte della sua vitalistica autoalimentazione) si realizza una sequenza di con – presenze la cui temporalità è sempre reversibile. Lo stadio della materia vivente deve convivere con il suo passaggio in digitale (dematerializzato) in una condizione spaziale dove forse è possibile che la rappresentazione di questo “accoppiamento” entri in azione senza trovare ostacoli, producendo anzi un’elaborazione simultanea tra il rivelarsi e il manifestarsi dello spazio-corpo.
SYLVATICA si conforma come un organismo stratificato che può essere abitato e a sua volta abitare, nei differenti profili topologici che vivono anche nella danza. In genere nella stratificazione i corpi presentano una maggiore estensione sul piano orizzontale, e dallo strato emergente fino al suolo (che tollera anche il disordine organico come fonte della sua vitalistica autoalimentazione) si realizza una sequenza di con – presenze la cui temporalità è sempre reversibile. Lo stadio della materia vivente deve convivere con il suo passaggio in digitale (dematerializzato) in una condizione spaziale dove forse è possibile che la rappresentazione di questo “accoppiamento” entri in azione senza trovare ostacoli, producendo anzi un’elaborazione simultanea tra il rivelarsi e il manifestarsi dello spazio-corpo.