Lo scrigno della conoscenza
2017
Concorso di progettazione in 2 fasi per la costruzione della nuova Biblioteca di Lorenteggio a Milano
consulente per l’architettura
committenza:
Comune di Milano
progetto architettonico:
Orazio Carpenzano
Sandro Giannasca
Fabio Balducci
Paolo Marcoaldi
Marco Pietrosanto
Valeria Gentile
localizzazione:
Via Emanuele Odazio, 9, 20147 Milano
Il progetto promuove un sistema capace di coniugare l’architettura con il riconoscimento del ruolo sociale della biblioteca nell’ambito territoriale milanese.
Al tema della conoscenza, ovvero della acquisizione intellettuale di consapevolezza del mondo, è collegata la costruzione del cittadino, ovvero il suo ruolo sociale nei confronti della Comunità. Questo percorso, che si riflette nell’articolazione del progetto, parte da una forma di vicinanza alla natura e giunge all’avvicinamento alla collettività e quindi, fisicamente e culturalmente alla città. L’edificio è immaginato come struttura urbana alla scala umana: non una città in miniatura, ma un sistema di spazi interconnessi, attraversamenti determinati e casuali, luoghi di libertà e di rispetto degli altri, di incontro e di introspezione.
Il complesso si dispone parallelamente all’asse di via Lorenteggio, secondo un impianto che si adegua alla morfologia urbana circostante, caratterizzata da una serie reiterata di stecche residenziali. Così facendo, offre il suo profilo più ampio all’intera larghezza del parco nel quale è immerso: un invito ad entrare, una dichiarazione di apertura e attraversamento da parte della collettività. Con le sue testate strette, la biblioteca guarda da un lato verso i blocchi residenziali di Largo dei Gelsomini, dall’altro si protende su Via Emanuele Odazio, dialogando con la città nella variazione delle visuali e delle accessibilità.
Questa nuova figura urbana ingloba tutte le funzioni previste dal bando in un unico corpo caratterizzato da una chiara e semplice separazione di accessi e percorsi fra le differenti attività e le parti ad uso promiscuo. La sua massa accoglie il dato esistente ricavando al suo interno 3 corti aeree, degli horti conclusi nei quali sono ospitati gli alberi di cui si richiede la tutela, ispirati alle stanze a cielo aperto di Villa Figini al villaggio dei Giornalisti.